top of page

A Federico Fellini.

Federico Fellini nasce a Rimini il 20 gennaio 1920, figlio di Urbano, rappresentante di commercio, e Ida Barbiani. Già in tenera età la sua inesauribile, precoce passione è il disegno, che esercita in tutte le forme, soprattutto nella caricatura. Nel 1937 con l’amico pittore Demos Bonini apre una bottega del ritratto. Appena conseguita la maturità classica, nel 1938 se ne va di casa. Sosta a Firenze dove ottiene i primi ingaggi presso l’editore Nerbini. Dal 1941 inizia un’intensissima attività di soggettista e sceneggiatore che lo porta a firmare, in pochi anni, una trentina di opere, e soprattutto Roberto Rossellini lo invita a partecipare alla sceneggiatura di “Roma città aperta” e di “Paisà”.  Il primo film suo è “LO SCEICCO BIANCO” (1952) CON Alberto Sordi nei panni di un eroe di fotoromanzo; scritto con Tullio Pinelli ed Ennio Flaiano, da un’idea di Michelangelo Antonioni. Con “I VITELLONI” (1953), accolto da lunghe ovazioni al Festival di Venezia, vince il Leone d’Argento e tutti si accorgono del nuovo autore, ironico e graffiante. Dopo l’episodio di “AGENZIA MATRIMONIALE” per “Amore in Città” (1953), realizza “LA STRADA” (1954), che ottiene subito il Leone d’Argento al Festival di Venezia; viene distribuita all’estero, vince il premio Oscar come miglior film straniero e a New York tiene il cartellone per tre anni. Con “IL BIDONE” (1955) non risparmia sarcasmi agli arricchiti del dopoguerra. Vince l’Oscar come miglior film straniero anche “LE NOTTI DI CABIRIA” (1957), scritto con la collaborazione ai dialoghi di Pier Paolo Pasolini, e che viene presentato con enorme successo anche al Festival di Cannes dove Giulietta Masina viene premiata come miglior attrice protagonista. Con “LA DOLCE VITA” (1959), clamoroso successo mondiale, Palma d’oro a Cannes, Fellini trova l’equilibrio fra il sentimento, l’umorismo, il dramma, la provocazione, la satira. Nel 1963 il regista realizza “8 ½”, considerato fra le opere più alte della storia del cinema. Viene accolto entusiasticamente dalla critica di tutto il mondo. Fellini viene accostato a Joyce, Musil, Kafka, Pirandello. Il film raccoglie premi ovunque: primo premio al Festival di Mosca; sette Nastri D’Argento, e il premio Oscar come miglior film straniero. Se dopo due Oscar e l’enorme successo scandalo de “LA DOLCE VITA” Fellini era già stato considerato fra i più prestigiosi registi cinematografici del mondo, dopo la presentazione di “8 ½” (terzo Oscar) si parla di lui come del più grande autore cinematografico vivente. Nel successivo “GIULIETTA DEGLI SPIRITI” (1965), animato da una rutilante visionarietà, Fellini trasferisce in un personaggio femminile il ricamo delle proprie ossessioni con aperti riferimenti alla psicanalisi junghiana. Nel 1968 attua una nuova svolta espressiva con “TOBY DAMMIT”, dal racconto di E. A. Poe, incluso in “Tre Passi nel Delirio”. Si accosta al racconto televisivo con “BLOCK NOTES DI UN REGISTA” (1969), in cui adotta la finta inchiesta giornalistica; un modello narrativo che riprenderà ancora per “I CLOWN” (1970), struggente dichiarazione d’amore per il circo. Ma il grande affresco di questo periodo rimane l’invariabile trasposizione fantastica del romanzo latino di Petronio Arbitro, “FELLINI SATYRICON” (1969), che diventa un cult negli Stati Uniti dove Fellini ottiene una nomination come miglior regista. Negli anni ’70 il cineasta torna ancora con “ROMA” (1972) e “AMARCORD” (1973), ai due poli della sua ispirazione e conquista il suo quarto Oscar.  Il 10 aprile 1979, poco prima dell’inizio delle riprese del film “LA CITTA’ DELLE DONNE”, muore il grande maestro Nino Rota, autore della musica di tutti i suoi film. Il suo onirismo profetico partorisce nel 1983 “E LA NAVE VA”, un opera inquietante dalla preziosa veste formale. Nel 1985 Fellini viene premiato al Festival di Venezia con un Leone d’Oro alla carriera. Di quell’anno è “GINGER E FRED”, in cui l’autore non fa mistero del suo disprezzo per la pubblicità e la televisione. “INTERVISTA” (1987), film autobiografico-confessionale e metalinguistico, viene presentato a Cannes fuori concorso e successivamente vince il primo premio al Festival di Mosca. Nello stesso anno Fellini riceve una laurea Honoris Causa dall’Università di Urbino. Nel 1990 appare sugli schermi “LA VOCE DELLA LUNA”, l’ultima opera, a cui il regista affida quello che possiamo considerare a posteriori il suo testamento spirituale. Nel marzo del 1993 è a Hollywood per ritirare l’Oscar alla carriera, il suo quinto. Federico Fellini muore a Roma, in seguito ad un ictus celebrale, a mezzogiorno del 31 ottobre 1993, il giorno dopo il suo cinquantesimo anniversario di matrimonio con Giulietta Masina. 


A Federico Fellini, regista audace e maestro straordinario del cinema. Narratore
Superbo, considerato dalla critica uno dei più prestigiosi autori cinematografici
del mondo, e i suoi capolavori, divenuti immortali, fra le più alte opere della storia del cinema. Ha conquistato premi ovunque. Cinque volte premio Oscar, tra cui l’”Oscar alla carriera 1993”.
Fellini è uno dei più grandi artisti del Novecento, dato che i suoi film non sono solo cinema, ma anche opere d’arte.


                                                                                           Pierluigi Di Pasquale

 F I R E N Z E

bottom of page